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Venticano

L'etimologia del nome proviene, secondo Scipione Bellabona, da Castrum Venticani, seguendo due interpretazioni: venti trionfi riportati in battaglia dai Romani, oppure un villaggio retto da un governo di venti saggi. Gli abitanti sono detti venticanesi, Sant'Alessio e Santa Maria sono i loro patroni.


Paesaggio collinare con declivi morbidi e aree di grande pregio storico-archeologico, come quella di Ponterotto, vetrina d'eccellenza anche per le produzioni di vini, torroni artigianali e prosciutti di qualità. Il comune fa parte dell'Unione dei comuni Medio Calore

Venticano fu citato per la prima volta in un documento datato 881 d.C. e risultava un possedimento dell’Abbazia di Santa Sofia di Benevento: popolata sicuramente fin dall'antichità, probabilmente fu sede dell’insediamento originario di Venticano. Menzionata di nuovo nel 1350 in una bolla di Papa Clemente VI con il nome di Castrum Venticani, venne in seguito coinvolta nelle lotte tra Angioini e Aragonesi per il possesso dell’Italia meridionale. Nel 1527, fu distrutta dalle truppe francesi di Lautrec, sceso in Italia al seguito del re di Francia Francesco I, e travolta dall'epidemia di peste nel secolo successivo. Il feudo, successivamente, fu retto dal Cardinale Cesare Baronio e, in seguito alla sua morte, avvenuta nel 1606, dalla Biblioteca Vaticana, che mantenne il casale fino al 1800. È comune autonomo dal 1948, anno in cui si è separata dalla vicina Pietradefusi.

Clima caldo e temperato. In Venticano si riscontra molta più piovosità in inverno che in estate. La temperatura media annuale di Venticano è 14.1 °C. Piovosità media annuale di 1058 mm. Il territorio comunale è caratterizzato da un paesaggio morfologico collinare con dislivelli non elevati che danno luogo a pendenze generalmente lievi nelle aree distali delle aste torrentizie o dei valloni mentre, in prossimità delle linee di drenaggio diventano più accentuate. Le quote altimetriche sono comprese tra 183 m s.l.m., alla confluenza tra il torrente Mele e il fiume Calore, e 375 m s.l.m. nel centro storico del comune. Il sistema idrografico è composto da alcune aste torrentizie di limitata portata, affluenti del Fiume Calore, il più importante è il Torrente delle Mele.

Menesta e pizza ionna

Pizza con farina gialla a cui si possono unire anche pinoli, uva passa e grasso di maiale a pezzetti

Croccante fuori e morbida dentro, dall’inconfondibile colore dorato, non è inverno se sulle tavole venticanesi non è presente ” la Pizza Ionna” (pizza bionda). Come tutte le ricette della tradizione, anche questa nasce come una ricetta povera: infatti la farina di granturco era molto più accessibile rispetto alle altre e quindi facilmente acquistabile. Questa pizza andava di fatto a sostituire il pane, perché, rispetto a quest’ultimo, non necessita di lievitazione e dunque prevede una preparazione più rapida. La tradizione vuole che la pizza ionna viene accompagnata dal mallone a base di rape e patate o di verdura “sciatizza”. Per sincerità devo però precisare come, nelle foto riportata, la focaccia croccante al mais è accompagnata da scarola e peperoni cruschi. Anticamente veniva fatta cuocere sulle braci del camino, oggi viene fatta in padella o in forno. Quando la carne era considerata come una vera e propria ricchezza, e veniva consumata solo nei più importanti giorni di festa, si viveva prettamente di ortaggi, tuberi e di tutto ciò che dalla terra veniva prodotto.

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