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Trevico


Sospeso tra cielo e terra, in uno scenario unico sulla Baronia, Trevico è il tetto della Campania dal quale si domina tutta l’Irpinia Con i suoi 1094 metri di altitudine, Trevico è il comune più elevato di tutta la Campania e per questo è considerato il Tetto d’Irpinia. Dal suo incantevole centro storico, il panorama è mozzafiato e permette di spaziare dalla vicina Valle Ufita fino alle coste pugliesi, toccando ben 6 regioni italiane. Le prime notizie sull’insediamento di Trevico risalgono al 37 avanti Cristo e sono rintracciabili nella Quinta satira di Orazio in cui racconta di aver sostato nella vicina Trivici Villa mentre era in viaggio sull’Appia in direzione di Brindisi. L’importanza della Baronia di Trevico si manifesta attraverso la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata fra il V e il VI secolo su una pianta a croce greca. Quando nell’anno Mille Trevico divenne sede vescovile, l'edificio fu profondamente modificato tanto che l'ingresso principale venne ricavato nel corpo del campanile. Ingrandita ulteriormente nel Cinquecento, venne gravemente danneggiata nel corso dei secoli a causa di eventi sismici, ultimo quello del 1980. Dichiarata monumento nazionale, custodisce le reliquie di Sant'Euplio. Nei sotterranei della Cattedrale sorge anche la Cripta, di origine assai antica come si evince dalle iscrizioni sul portale gotico che risalgono al 1409. Qui nel corso di scavi e restauri emersero nel XX secolo un altare sacrificale, due statue lignee della Madonna della Libera e stralci di affreschi che potrebbero essere stati realizzati da allievi napoletani di Giotto. Sul punto più alto del borgo, invece, sorgono i ruderi del Castello che era già esistente all’epoca della dominazione dei Normanni, quando divenne dimora di Gradilone signore di tutta la Baronia di Trevico. Nei secoli, poi, come tutte le fortificazioni irpine, fu trasformata in dimora gentilizia e fu abitata da tutti i feudatari fino a quando fu abbandonata a cadde in rovina intorno alla fine del Cinquecento. Oggi, di quella fortificazione restano visibili solo le mura di cita e i resti di una torre in chiaro stile aragonese che emergono tra gli alberi del cosiddetto Bosco dell’Impero. Dal 1951 attorno alle emergenze archeologiche del Castello fu realizzata la Stazione Meteorologica dell’Aeronautica Militare che, grazie alla sua posizione dominante sull’intera provincia, svolge la funzione di osservazione e raccolta dati per l’assistenza alla navigazione aerea e l’analisi sinottica che serve alla diramazione di un bollettino orario sulle condizioni meteo dell’area. Al centro storico di Trevico si accede attraverso Port’Alba. Conosciuta anche come Porta Jacovella, costruita nella seconda metà del XVI secolo dalla famiglia Loffredo, mantiene ancora oggi la sua originaria struttura con due pilastri su cui è adagiato un arco a tutte sesto sermonato a sua volta da una nicchia all’interno della quale doveva esserci la statua della dea Trivia, divinità italica protettrice del borgo. Nel cuore del centro antico, in una posizione panoramica, sorge anche Palazzo Scola, edificio dove nacque e visse i primi anni il regista Ettore Scola. Donata alla comunità trevicana nel 2003, per essere destinata ad attività socio-culturali per l’intera Baronia. Oggi ospita una sala di proiezione e alcune gigantografie relative ai film del regista che, nonostante il suo trasferimento a Roma, mantenne con il borgo irpino un fortissimo legame affettivo, come testimoniato da uno dei suoi primi lungometraggi dal titolo “Trevico-Torino, viaggio nel Fiat-Nam del 1973.