Quindici, comune della provincia di Avellino, si trova alle pendici del Pizzo d'Alvano (1.133 m), nel Vallo di Lauro, una verde conca apprezzata fin dall’antichità per la fertilità del terreno, la ricchezza di fauna e le numerose sorgenti d’acqua.
Il territorio era abitato sin dalla preistoria, mentre in epoca storica vi si insediarono vari popoli, tra cui Ausoni, Opici, Osci, Etruschi, Greci, Sanniti e infine Romani, ai quali si attribuisce il toponimo di Quindici. Dopo aver sconfitto i Sanniti nel 312 a.C., i Romani conquistarono il Vallo Lauretano e vi stabilirono un presidio militare per difendere quest'area.
In epoca romana, nella zona esistevano quindici masserie, ovvero aziende agricole a gestione familiare, e si ritiene che il toponimo derivi dall’espressione latina ad quindecim praedia o ad quindecim villas. Nel tempo, questo termine si evolse dapprima in Quindecim, poi in Quindecium nel gergo del XVI secolo, per diventare infine "Quindici" in italiano.
Molte sono le ipotesi avanzate per spiegare l’origine del nome. Una tesi, sostenuta da alcuni storici, suggerisce che Quindici fosse il “quindicesimo” casale del Vallo di Lauro, ma, come afferma lo storico locale Domenico Amelia, questa ipotesi non regge, poiché gli insediamenti erano più numerosi. Un’altra teoria propone che fosse la “quindicesima stazione militare” lungo il percorso verso Sud, ma questa è poco probabile, data la distanza dalle vie consolari. La leggenda secondo cui il nome deriverebbe dalla presenza di quindici briganti amalfitani è considerata solo una diceria.
Il periodo di massimo splendore per Quindici risale al Rinascimento, epoca in cui furono costruite venti chiese. Il feudo passò nelle mani di varie famiglie nobili, tra cui gli Orsini, i Sanseverino, i Pignatelli e i Lancellotti. Prima dell'Unità d'Italia (1861) apparteneva alla Terra di Lavoro, per poi essere assegnato alla provincia di Avellino.
Il 5 maggio 1998, Quindici fu colpito, insieme ai centri vicini di Sarno, Bracigliano e Siano, da un grave fenomeno franoso con colate rapide di fango che devastarono metà del territorio comunale. Questo evento distrusse molte abitazioni e causò la morte di 137 persone, solo a Sarno.