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Montemarano


Montemarano è la roccaforte del vino Aglianico e della Tarantella montemaranese che accompagna le sfilate in maschera durante il carnevale storico Le origini di Montemarano risalgono all’età del bronzo e alle guerre tra Sanniti e Romani quando, secondo la tradizione, fu fondata da un valoroso condottiero irpino Mario Egnazio. Sempre secondo la tradizione, in quel tempo, sulle colline circostanti sorgeva un tempio dedicato a Giove, sulle cui fondamenta oggi sorge la Chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta, menzionata per la prima volta in una bolla pontificia da Papa Stefano IX, al cui interno sono presenti importanti tele come quella della "Madonna con Bambino ed angeli" attribuita ad Andrea Vaccaro (1600-1670), la “sedia” detta di San Giovanni, non esposta al pubblico, e un busto d’argento di San Giovanni risalente al XVIII secolo. Il periodo di maggior sviluppo del borgo, però, cade intorno all’anno Mille quando il vescovo Giovanni, poi diventato Santo Patrono del paese, seppe difendere Montemarano dalle invasioni dei popoli normanni. L’inespugnabilità del paese è testimoniata dalla presenza di un Castello di impianto medievale eretto nel punto più alto del borgo, ad oltre 800 metri sul livello del mare, probabilmente nella seconda metà del VIII secolo. Tra i numerosi feudatari che vi dimorarono, un posto d’onore spetta a Giambattista Basile, governatore di Montemarano tra il 1615 e il 1616, che terminò proprio tra quelle mura la sua prima stesura de "Lo Cunto de li Cunti". Più volte restaurato, l’ultima nel 2015, per preservarne la sua odierna struttura tardo-rinascimentale, oggi ospita il MuVim, l’ecomuseo del Vino Aglianico. Il Carnevale montemaranese ha origini antichissime ed è una delle manifestazioni di maggior richiamo di tutta l’Irpinia. L’evento coinvolgere l’intera comunità e richiama turisti da tutta la Campania si sviluppa attraverso diversi cortei di maschere che sfilano lungo le strade del borgo, guidati dal “Caporaballo” vestito di bianco con una fascia rossa, sulle note della tradizionale Tarantella Montemaranese, la cui melodia, secondo fonti accreditate, fu importata durante la dominazione dai Bulgari e poi rielaborata dalla comunità locale.