Montaguto, noto storicamente come *Montis Acuti*, presenta un passato di insediamenti che risale al IV-III secolo a.C., con una presenza significativa di Sanniti e Romani. Questo luogo ha rivestito un'importanza notevole durante la seconda guerra punica. Per molti secoli, il borgo rientrò nella Baronia di Vico, servendo come un avamposto strategico nel sistema di difesa e monitoraggio della Valle del Cervaro.
Con il passaggio sotto il dominio di Maria Donata Del Balzo Orsini, Montaguto intraprese un percorso verso l’autonomia, caratterizzandosi per un’economia agricola e pastorale. Tuttavia, nel Cinquecento, la scelta di alcune famiglie di aderire all’eresia valdese e protestante portò a episodi di inquisizione e processi, creando tensioni sociali.
Il paese subì un colpo drammatico durante la peste del 1656, che decimò gran parte della popolazione. Nel 1700, il Sacro Regio Consiglio di Napoli decise di mettere all’asta il feudo, e il principe Luigi Pinto Mendoza lo acquistò. Egli incentivò il ripopolamento di Montaguto, offrendo terre agricole a famiglie provenienti dall’Arianese, dal Beneventano e dal Napoletano in cambio di un fitto in natura, noto come terraggio.
Tuttavia, dopo la tragica morte di un figlio in giovane età, Luigi Pinto scelse di lasciare Montaguto, trasferendo il feudo al fratello Gregorio. Questa transizione portò all’unificazione del territorio montagutese grazie all’acquisizione, dalla Mensa Vescovile di Bovino, del Casale di Sambuceto, una vasta contrada che costituiva un terzo dell'intera area del feudo.