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Calitri

Il toponimo è di origine incerta. Secondo una prima ipotesi il nome deriverebbe da un'antica radice mediterranea gal avente il significato di "roccaforte"[8]; altri lo ricollegano invece al ligure Caletranus Ager attestato nel lontano territorio di Luni (la folta presenza di Liguri in Irpinia è infatti documentata fin dal 180 a.C.). Secondo un'altra linea di pensiero il toponimo deriverebbe piuttosto dall'antico nome prelatino (galatro) di una pianta assai comune in zona, l'avena selvatica.


Il comune di Calitri sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un paese di 4.457 abitanti, situato a 601 metri sul livello del mare e a 76 km da Avellino. Il territorio molto vasto, terzo in provincia per superficie, si estende per 100,88 km² e i comuni confinanti sono: Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano, Atella, Pescopagano, Rapone, Rionero in Vulture e Ruvo del Monte. È attraversato dal fiume Ofanto e dai torrenti Cortino, Defezze e Orato.

Le prime tracce della presenza umana nel territorio di Calitri risalgono al Neolitico, cui appartengono alcuni utensili in selce levigata conservati presso il museo irpino di Avellino[10]. Tuttavia diventa un vero e proprio insediamento urbano solo a partire dal XIII secolo.[11] Nel periodo medioevale, Calitri è uno dei tanti centri sottoposti all'amministrazione longobarda prima e normanna e sveva poi. Durante la dominazione normanna, il feudo di Calitri venne affidato ai Balvano, mentre sotto il regno di Federico II di Svevia appartenne al regio demanio. Nel 1304 Calitri passò ai Gesualdo, principi di Venosa che ne ebbero il possesso per tre secoli. Con i Gesualdo, Calitri conobbe la sua epoca d'oro e l'antico castello venne trasformato in una sontuosa dimora signorile.[11] Dopo i Gesualdo, Calitri passò ai Ludovisi[11] che, nel 1676, lo cedettero alla famiglia Mirelli.[11] Durante il terremoto dell'8 settembre 1694 il castello di Calitri fu completamente distrutto e morì il principe Mirelli. I superstiti della famiglia Mirelli optarono per l'abbandono dei ruderi in cima alla collina ricostruendo il palazzo baronale più a valle.[11] Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla giurisdizione del regio consolato di commercio di Ariano, nell'ambito della provincia di Principato Ultra.[12] Nel 1784 venne esposta, sulla porta di Nanno del nuovo palazzo baronale, la testa del brigante Angelo Duca, che aveva imperversato nella zona con scontri vittoriosi contro l'esercito borbonico, giustiziato a Salerno[13]. Dopo l'unità d'Italia la storia di Calitri si confonde con quella di tanti altri centri dell'Italia meridionale: brigantaggio, emigrazione, latifondismo baronale, lotte per la spartizione della terra. Nel 1861 fu conquistata e liberata dagli uomini del brigante lucano Carmine Crocco, assieme ad Carbonara, Conza e Sant'Andrea.[14] Nel giugno 1910 e nel luglio 1930 dei sismi di notevole magnitudo colpirono Calitri[15]; nella prima guerra mondiale Calitri diede un notevole contributo alla causa nel 1915 e nel 1918, nel 1924 eressero una Vittoria Alata che ricorda le 120 vittime del conflitto.[16] Nel febbraio 1941 è stata teatro dell'operazione Colossus. Nel 1943 arrivarono le truppe tedesche che distrussero molti ponti tra cui quello sull'Ofanto. L'8 settembre, giorno in cui si celebra la natività della Beata Vergine Maria (giorno di festa per i calitrani), una radio annunciò che l'Italia aveva chiesto l'armistizio: i calitrani pensarono alla fine della guerra, ma a Calitri si combatterà, comunque, una battaglia contro i tedeschi in ritirata. La mattina del 29 settembre dello stesso anno, dei facinorosi si rivoltarono e malmenarono l'allora sindaco conte Salvatore Zampaglione e l'ex podestà, saccheggiarono lo stesso palazzo e uccisero alcuni componenti della famiglia Ricciardi. Calitri risentì poi, sia pur con lieve ritardo, del boom economico: in quegli anni divenne un notevole polo scolastico (scuola media, istituto tecnico commerciale, istituto d'arte, liceo scientifico, istituto professionale). Il sisma del 1980 provocò due decessi e l'inagibilità per molti anni di gran parte del centro storico.

Calitri è situata su una collina a 601 m s.l.m. in Irpinia, al confine con la Basilicata. Il territorio comunale è attraversato dal fiume Ofanto e da tre suoi affluenti: Ficocchia, Cortino (o Isca) e Orata.

«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.» — 23 novembre 1980