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Il Santuario di S. Maria di Carpignano è situato poco fuori dal centro abitato di Grottaminarda, nella frazione omonima di Carpignano. A cinque chilometri dal paese, in direzione Fontanarosa, è il Santuario di Carpignano, da cui è possibile ammirare l'intera valle attraversata dal fiume Ufita. Al suo interno, a una sola navata, è conservato il prezioso dipinto su tavola raffigurante la Vergine con il Bambino, una delle poche rappresentazioni di "Madonne nere" della provincia, datato da alcuni studiosi alla metà del XII secolo Alla chiesa è annesso il moderno Convento dei Padri Mercedari, il cui impianto originario risale al 1901.

Nel 1150 fu prodigiosamente trovata da un pastorello la taumaturga immagine di Maria SS. Di Carpignano sul luogo dell'attuale Santuario. La preziosa icona fu subito oggetto di venerazione. Nel 1859 la popolazione di Grottaminarda, di cui Carpignano è una frazione, ottenuta la pioggia dopo un periodo di siccità, fece voto di costruire una nuova Chiesa, che fu poi inaugurata nel 1861 e appartenne all’Ordine Teutonico. Nel 1901 il nuovo Santuario fu affidato ai Padri Mercedari che vi costruirono il Convento. Nel 1911 fu eretto a Parrocchia. Il Santuario Nell'agosto del 1945 la Madonna fu solennemente incoronata. Nel 1980 la cupola e la volta della Chiesa crollarono e gli affreschi vennero persi. La Chiesa fu ricostruita e aperta al culto nel 1988. Accanto è stata edificata una Casa di accoglienza. La chiesa viene quasi interamente rifatta dopo il sisma del 1980. Oggi mostra una semplice facciata a capanna con portale lapideo e nicchia superiore con immagine della Madonna. Affiancata è la torre campanaria, su cinque livelli, con oculi, finestroni voltati all'altezza della cella ed orologio civico. All'interno dell'edificio, ad una sola navata, si conserva alle spalle dell'altare il prezioso dipinto su tavola raffigurante la Vergine con il Bambino in braccio, datato da alcuni studiosi alla metà del XII secolo. Si tratta di un'icona mariana antichissima, che ha subìto nel corso della sua storia diversi restauri già a partire dal 1600: oggi essa costituisce una tra le poche rappresentazioni di "Madonne nere" ancora conservate in edifici di culto della provincia avellinese. Il forte legame allo spirito di carità e devozione, che i Padri Mercedari hanno trasmesso con la loro presenza, e la profonda devozione alla Madonna costituiscono il patrimonio spirituale e religioso della comunità di fedeli grottese, legata al piccolo Santuario di culto, ove giungono pellegrini dall'intera Valle dell’Ufita.