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La Chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda si impianta sul punto più alto della collina dove sorge il nucleo più antico dell’abitato grottese. È la sede della Parrocchia di Santa Maria Maggiore e, dal 1478 al 1866, ebbe la qualifica di Chiesa Collegiale, con un capitolo di dodici cariche, tra cui l’arciprete, il primicerio maggiore, il primicerio minore e nove canonici. La chiesa, oggi ufficialmente identificata come Chiesa di Santa Maria Maggiore, era nota nei documenti anche con il titolo di S. Maria Assunta in Cielo. A pochi metri dal Castello di Aquino c'è la chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita nel 1478. Essa ha struttura a croce latina, con una navata centrale e cappelle laterali in stile barocco. Nella chiesa sono conservati dipinti del XVIII secolo, tra i quali un olio su tela raffigurante San Tommaso e San Giacomo (ex-protettore della città), attribuito al pittore napoletano Antonio Sarnelli, e un affresco a soffitto del 1768 rappresentante la glorificazione dell'Assunta, del pittore solofrano Matteo Vigilante. Oltre ai dipinti troviamo un battistero di marmo del XVIII secolo con una porticina di argento, e un monumentale organo a canne del 1799. Accanto alla chiesa e situata la torre campanaria, costruita tra il 1712 e il 1766 dal maestro Ciriaco di Silva da Mercogliano, su disegno del Vanvitelli. Essa ha una base quadrata e misura 36 metri di altezza. È sede della Parrocchia di Santa Maria Maggiore.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu edificata per la prima volta nel 1478, ma completamente ricostruita nella seconda metà del XVIII secolo su progetto dell'architetto Ciriaco di Silva, allievo del Vaccaro. Recentemente restaurato (1995), l'edificio, a croce latina con una sola navata interna e diverse cappelle laterali, mostra la facciata arricchita da lesene architettoniche laterali, un portale in pietra ornato in stile barocco con frontone triangolare spezzato, preceduto da una breve scala lapidea, un finestrone a campana con due nicchie laterali e oculo nel frontone superiore. Accanto alla chiesa è la torre campanaria, elemento peculiare del panorama cittadino, costruita tra il 1752 e il 1766 da mastro Ciriaco di Silva di Mercogliano su disegno del Vanvitelli. Disposta su quattro livelli con una base quasi quadrata modellata a forma di pera, la torre è oggi alta 36 metri e domina la media valle dell'Ufita L’edificio è documentato con certezza soltanto verso la metà del XV secolo, ma, verosimilmente, si può ipotizzare che la struttura già esistesse alla fine del secolo precedente. Nel 1447, su iniziativa di Ladislao I d’Aquino, signore di Grottaminarda, divenne la sede della nuova parrocchia di Santa Maria Maggiore, che a sua volta, dal 1453, divenne di patronato della stessa famiglia d’Aquino. Distrutta dal terremoto del 5 dicembre 1456, la chiesa, ricostruita a spese dello stesso d’Aquino, venne solennemente consacrata e riaperta nel 1474. All’inizio del Seicento venne ristrutturata e abbellita a spese dell’arciprete Giovanni Nicola De Bellucis (1594-1627) che la fece riconsacrare nel 1621 e vi fece costruire il proprio monumento funebre nel 1625. Un discorso a parte merita il campanile che si mostra in una veste classicista che riprende lo stile di Luigi Vanvitelli e difatti in passato si è creduto che il progettista fosse stato proprio il Vanvitelli. Comunque, l’edificazione venne affidata a Eligio Falcucci e, al già citato, Domenico Quarata, i quali vi lavorarono dal 1766 al 1774. I due mastri fabbricatori non abbatterono il precedente campanile quattrocentesco, ma l’inglobarono e l’ampliarono nella nuova struttura. Il campanile si presenta costruito in laterizi, con finiture in pietra chiara. Si sviluppa su cinque livelli scanditi da quattro cornici marcapiano, ma in origine i livelli erano soltanto tre. Mancavano gli ultimi due, quello dell’orologio e quello del parapetto finale. Al loro posto si sviluppava una cupola a cipolla che venne abbattuta nel 1874 quando venne aggiunto il livello con l’orologio, mentre il parapetto finale venne realizzato solo nel 1902, per interessamento dell’Arciprete Del Grosso e del sindaco Euplio Vitale.